Oncologia Gastroenterologica

Questa sezione comprende nozioni di epidemiologia, eziologia, sintomatologia, diagnosi, terapia e prognosi delle principali neoplasie del tratto gastroenterico. Sono inclusi i tumori della colecisti e delle vie biliari, i tumori del fegato e del pancreas.

Sunday, August 20, 2006

TUMORI DELLA COLECISTI
Come per i
colangiocarcinomi delle vie biliari, la prognosi dei tumori della colecitsi è assai severa, con una mediana di sopravvivenza non superiore ai 6 mesi dal momento della diagnosi. Nei pazienti suscettibili di exeresi chirurgica la sopravvivenza a 5 anni di distanza è inferiore al 5%, pertanto assai modesta. Sono colpite più le donne (3-5:1) e l’età più colpita è attorno ai 65 anni. Si tratta in prevalenza di adenocarcinomi (80%), ed in misura minore di carcinomi indifferenziati, neoplasie squamocellulari, tumori misti o acantomi. Macroscopicamente la lesione provoca un marcato ispessimento di parete, con possibili protrusioni endoluminali e tendenza ad infiltrare il parenchima epatico.

Fattori di rischio: colelitiasi, colestasi associata a flogosi cronica, colecisti "a porcellana", tifo e paratifo, tumori benigni (adenomi e papillomi possono diventare maligni), esposizione a cancerogeni, anomalie delle vie biliari capaci di indurre flogosi cronica, parassitosi, rettocolite ulcerosa, fumo di sigaretta, fattori geografici e razziali (ad esempio negli USA gli indiani sono più colpiti rispetto ai bianchi).

Sintomi. Spesso la diagnosi è occasionale, in corso di colecistectomia eseguita per altri motivi. Le manifestazioni cliniche d’esordio possono essere dolore, nausea, vomito, ittero e calo ponderale, talora anche colecistite acuta.

Diagnosi. L'ecografia è la metodica di prima istanza, ma non è molto specifica. La TC è utile per meglio definire l’estensione ed i rapporti della lesione con le strutture vicine, anche se è difficile evidenziare una neoplasia della colecisti preoperatoriamente; l’anomalia più spesso evidenziata è una lesione polipoide con ispessimento parietale. Infine l'ecoendoscopia permette di definire 4 stadi e il grado di invasione istologica.

Terapia. L’exeresi chirurgica, quando realizzabile, rappresenta l’unico provvedimento capace di migliorare in una certa misura la sopravvivenza a distanza e soprattutto la qualità della vita. Oggi viene attuata spesso per via laparoscopica. L'intervento sarà diverso a seconda dello stadio della malattia.
- T1a (lamina propria) e T1b (muscolare) → colecistectomia
- T2 (connettivo perimuscolare senza estensione oltre la sierosa o nel fegato) → colecistectomia + dissezione dei linfonodi regionali (alto rischio di metastasi linfonodali) + ampia exeresi del letto colecistico
- T3 e T4 (tumori più avanzati) → alcuni Autori propongono resezioni più estese (duodeno-cefalo-pancreasectomia, resezioni epatiche, resezioni del coledoco e di tratti del tubo digerente con linfoadenectomia estesa ai linfonodi retroportali, pancreaticoduodenali posteriori, celiaci di destra, interaortocavali), ma i risultati sono scadenti; non esistono peraltro agenti chemioterapeutici efficaci nel trattamento dei tumori avanzati; il trattamento radio-chemioterapico per il trattamento di tumori non resecabili sembra migliorare il controllo locale.

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